" E luccicano gli occhi per illuminarti
della luce che ho dentro e ti rischiara,
quando una lacrima amara s' allunga
sopra il labbro per annegare in gola. " (bitw)
Dovrei restare sempre ad ascoltare la musica e invece
sono qui che me l' invento; quando una gioia mi fa sussultare sento musica
intorno a me, poi finisce la carica di positività e la musica s' affievolisce, i sensi si rilassano come addormentati poiché sono stati sottoposti ad uno
stress emotivo, qualcosa viene a mancare, un vuoto si fa avanti, il silenzio
piatto della pausa. Mi sento un reattore nucleare, sempre carico d' energia, ma
che devo modulare per poter sopravvivere ed ecco che cerco vibrazioni su misura per
me, per la mia anima inquieta; musica è affacciarmi all' aria per sentire il
vento che mi scuote, affondare lo sguardo tra le nuvole o perdermi nella
solenne cerimonia di un tramonto, godere di tutte quelle cose in cui l' uomo non
ha ancora messo le sue mani sporche, come ieri notte che sono stata sdraiata
come fossi in ipnosi a fissare la luna piena fino a commuovermi. E' questo bisogno
che m' induce alla riflessione e a ridimensionare la piattezza del presente, se
riesco a nutrirmi di questi fertili stimoli è più facile dare un senso alla mia
esistenza, vivere il passato godendone appieno il ricordo esaltante, reso ancor
più mistico perché non si ripete, perché mi è stato concesso così limpido e
travolgente da non dover dimenticare. Il presente sembra una vana ripetizione
di gesti e di aspettative, ma ho scoperto che la vera aspettativa è la ricerca
di quello che custodisco ancora dentro di me, un mondo inesplorato fatto di
piccole cose a cui non davo il giusto valore; se riesco ad accettarmi
ogni giorno con gli occhi indulgenti della semplicità sento che la vita scorre
come un torrente allegro con freschezza e pacatezza, m' abbraccio felice ad un
evento gioioso e lo arricchisco di monili che prima sembravano inutili, ogni
sorriso ricevuto lo custodisco come una ricarica preziosa, poi quando l' energia
scende m' invento una musica. Non voglio regalare la mia energia alla rabbia o
alla paura, alla corsa del benessere o all' ambizione, tutti stati d' animo
effimeri e superflui; fermarsi vuol dire ascoltarsi e ascoltare, e tutto è
musica quando lo fai, una dimensione fisica e spirituale dove il tempo si
dilata e l' orologio non t’ insegue, il tempo è la tua clessidra interiore e sei
tu a scandire le ore. Soffro vedendo chi si contorce nelle tensioni inutili e
dispersive, vedo la rabbia e la fretta, la corsa al merito o la competizione, dove vanno, mi chiedo, perché non si fermano, se solo trovassero un posto
accanto a me vorrei far loro ascoltare un po' di bella musica, quella splendida musica che accompagna
la mia vita, quella che mi da respiro e che m' allontana da una realtà
distorta; cercando nel profondo di noi stessi possiamo trovare tesori nascosti
fatti di pace e lucidità, se riusciamo in questo vuol dire che saremo pronti a trovarli anche fuori di noi.
Complimenti per i testi Massimi.
RispondiEliminaMaurizio
Sono solo pensieri che si rincorrono alla sera.
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